Menopausa e atrofia vulvo-vaginale. Quali rimedi? VIDEO INTERVISTA

Secchezza vaginale e irritazione sono i sintomi più comuni dovuti alla comparsa della menopausa. Si tratta di un fastidio che riguarda migliaia di donne e che, come abbiamo spesso spiegato, porta ad un allontanamento dalla vita sessuale.

Tecnicamente, i bassi livelli di estrogeni che accompagnano questo periodo della vita di una donna contribuiscono a creare cambiamenti fisiologici nell’epitelio vaginale che diventa sottile, squamoso e stratificato. La vagina stessa perde la sua elasticità ed il flusso ematico si riduce. Questo deficit provoca uno squilibrio della flora batterica con conseguente maggior rischio di infezioni vaginali e urinarie.

Si tratta di una condizione patologica complessa che prende il nome di atrofia vulvo-vaginale e che non solo influenza il benessere fisico e psichico delle donne, ma anche l’equilibrio di coppia.

I sintomi più comuni dell’ atrofia vulvo vaginale possono essere:

  • secchezza e irritazione vaginale,
  • prurito e dolore,
  • perdite anomale,
  • e durante i rapporti sessuali si può avvertire dispareunia (bruciore) o sanguinolento vaginale.

Quando si è in presenza di questa particolare patologia la prima cosa da fare è consultare il vostro ginecologico di fiducia parlando liberamente dei sintomi e delle conseguenze nella vostra vita intima.

L’atrofia vulvo vaginale non scompare dopo poco tempo (come ad esempio le vampate di calore) e va trattata seguendo i consigli di un esperto.

Oggi, in Italia, esistono anche delle terapie non ormonali che contengono il principio della ospemifene, modulatori selettivi del recettore degli estrogeni. Si possono assumere anche per via orale e agiscono aiutando a rigenerare le cellule vaginali migliorando la lubrificazione e alleviando i dolori durante i rapporti sessuali.

In ogni caso, vale sempre la prima regola: non sottovaluto il problema e parlatene con il vostro medico.

NELLA NOSTRA VIDEO INTERVISTA, LA GINECOLOGA ELISA CARUSO SPIEGA QUALI SONO I RIMEDI PER COMBATTERE L’ATROFIA VULVO-VAGINALE. 

 

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